Pagine

Blog che si occupa di scienza e tecnologia

venerdì 23 maggio 2008

Ulteriori informazioni sull'esperimento della fusione fredda.

A posteriori occorre riconoscere che Fleishmann e Pons non erano poi quegli impostori come qualcuno aveva asserito. Probabilmente furono un po' troppo frettolosi nel pubblicare il loro lavoro e sicuramente poco rigorosi. Bisogna considerare che erano dei chimici e non dei fisici, quindi poco avvezzi alle valutazioni quantitative.
L'esperimento di Arata doveva dimostrare la presenza di Elio e doveva portare ad una generazione di calore. Questi due dati sono stati confermati anche se per la reale applicazione di questa tecnologia dovremo aspettare, ma il solco è tracciato da quello che è stato chiamato "Arata Phenomena" dal nome del professore giapponese ottantacinquenne che lo ha diretto. La prova è stata compiuta facendo diffondere Deuterio gassoso su una matrice a struttura nanometrica di 7 grammi composta per 35% di palladio e per il 65% di ossido di zirconio alla pressione di 50 atmosfere, la metà della pressione di una idropulitrice per autolavaggio. Il calore, prodotto fin dall'inizio, e cioè in concomitanza dell'immissione del Deuterio, ha azionato un motore termico che si è messo in moto cominciando a girare.
Dopo circa un'ora e mezzo l'esperimento è stato volutamente fermato per effettuare le misure della presenza di Elio-4 a testimonianza dell'avvenuta fusione. Non sono state evidenziate emissioni di origine nucleare pericolose ( l'elio-4 è inerte). L'energia riscontrata è stata circa di 100.000 Joule, equivalente grosso modo a quella necessaria per riscaldare di 25 gradi un litro di acqua ( si tenga presente la modesta quantità della matrice nanometrica, 7 grammi). Quanto all'Elio, la quantità è assolutamente confrontabile e compatibile con l'energia prodotta, ed è la firma inequivocabile dell'avvenuta fusione nucleare. Al di là delle quantità misurate, si apre ora un capitolo nuovo nella comprensione dei comportamenti e delle reazioni che hanno luogo nella materia condensata, comportamenti che sembrano differire dai modelli fin qui seguiti dalla fisica nucleare classica. A partire da oggi inizia un'altra fase, altrettanto delicata, legata principalmente a due fatti: la ripetizione dell'esperimento con una quantità maggiore di Palladio-Zirconio per ottenere quantitativi maggiori di energia; l'estrazione dalla matrice dell'elio senza danneggiarla e poterla così riutilizzare.
A questo punto si apre una nuova grande frontiera per la ricerca. In questo periodo con i prezzi dei combustibili fossili alle stelle bisognerà investirci su massicciamente. C'è da dire che per una volta almeno in Italia siamo fortunati. Infatti nel nostro paese c'è quella che viene considerata la seconda scuola (dopo il Giappone) per gli studi sulla coldfusion. Basta ricordare le ricerche di Scaramuzzi che presentò una relazione in cui mostrò l'emissione di neutroni da parte di una cella deuterio-titanio sottoposta ad elevatissime pressioni, che potevano raggiungere oltre un megabar. Ma forse il più citato teorico, sui possibili meccanismi che possono spiegare la Fusione Fredda, è stato il Prof. Giuliano Preparata, docente di Fisica Nucleare all'Università di Milano, il quale, subito dopo l'annuncio del 1989 fino al 2000, anno della sua morte, ha studiato il fenomeno in chiave teorica e parallelamente ne ha promosso varie attività di ricerca presso l'Università di Milano e l'ENEA.
Nel 1989 insieme ai fisici Emilio Del Giudice e Tullio Bressani, pubblicò un articolo prettamente teorico sulla rivista Il Nuovo Cimento nel quale vi era la volontà di gettate le basi per una teoria predittiva della fusione fredda, basando il fenomeno su alcune estensioni della teoria dell'elettrodinamica quantistica nella materia condensata. Tale teoria faceva emergere la possibile esistenza di una soglia nel rapporto tra il numero di atomi di deuterio assorbiti ed il numero di atomi di palladio, il cosiddetto fattore di caricamento, che non doveva essere inferiore ad 1 (adesso si pensa 0,95). L'immediata conseguenza di tale teoria, è la definizione di una soglia minima, al disotto della quale, il fenomeno di Fusione Fredda, secondo il protocollo utilizzato da Fleischmann e Pons non può avvenire; questo fatto potrebbe dimostrare che il fenomeno di Fusione Fredda, in certe condizioni, può essere visto come una conseguenza prevedibile dalla estensione di una teoria ben accettata dalla fisica quale è quella della elettrodinamica quantistica.

Nessun commento:

Articoli simili

 
inizio post